Ciao Madre. Ti sorprende che io ti scriva, lo so. Non ci sono scuse per la mia antipatia. Non pretendo che tu voglia perdonarmi neanche se ti avessi confessato che la mia cattiveria con te è stata solo un goffo e coatto tentativo di mettere in atto una presuntuosa terapia idrolitica.
Chi mai sono io per dare lezioni di vita a te, Madre?
Cos’altro sono se non una triste collezione d’errori e perseveranza?
Oggi è per dirti Madre, che quello che hai fatto non ha niente di banale per me, come forse potresti credere. Hai fatto una cosa divina – tu hai dato alla luce, tu demiurga.
Oggi è per dirti grazie. Grazie per aver dato l’essere al futuro. Seppur collaterale, l’evento odierno è simbolico per tutta l’umanità di una salus (salvezza/salute) dal e del Presente.
Grazie Dea.