Dell’Armonia Ancestrale

I nativi d’America non hanno una marcata distinzione tra individuo e gruppo, né tra corpo e spirito.

Le loro pratiche uniscono la danza, il canto e le erbe.

I loro riti mirano a ricostituire il legame armonico tra l’uno e il tutto, e tra la materia e lo spirito.

Essi non guariscono la persona malata come se questa fosse un soggetto distinto e separato dal resto. Il rito coinvolge tutta la società, le persone che vivono insieme. Tutti cantano, danzano e consumano le erbe mediche.

Medicina e magia non sono due discipline. Per i nativi d’America non esistono in quanto distinte. Esiste un’unica disciplina, nella quale si tratta l’individuo e il gruppo insieme, il corpo e l’anima insieme. La base della loro scienza è l’armonia.

Questa loro verità ci rimanda all’Occidente precristiano. A quel mondo in cui musica, poesia, vino, erbe e riti, agivano insieme come rifornimento di energie vitali tanto per il singolo quanto per la città.

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Oggi, affrontare la malattia, non puó più essere un’azione unilaterale rivolta dall’autorità sanitaria al singolo. La cura, oggi, per come è strutturata, non funziona. Ci si deve chiedere perché, e per farlo non c’è niente di meglio che cominciare da uno studio comparato di tutte le scienze mediche remote, le discipline in uso nel non qui ed ora.

Ci si accorge presto come queste separazioni irriducibili – tra corpo e anima, materia e spirito, medicina e magia, scienza e religione, e soprattutto tra uno e molteplice, individuo e società, – siano dei deficit di sintesi dialettica.

Non stiamo parlando di quella dialettica hegeliana dei suoi interpreti moderni. Stiamo parlando al contrario di una dialettica dove la sintesi non è soli il prodotto di una posizione risolta attraverso la propria negazione, ma anche l’origine di ció che si pone e si nega. Una dialettica circolare, o anacronica.

Il divino (da non confondere con Dio, ma inteso in senso pre-/post- monoteistico) si mostra attraverso questa dinamica senza capo né coda, senza precedenza di uova o galline.

Il divino né magico né medico, né religioso né scientifico. Il divino vero e proprio, in sé e per sé già da sempre e per sempre al tempo stesso fuori di sé e per il resto da sé.

Ci si dovrebbe rimettere all’evidenza di una verità più antica e più remota. Una verità che si è manifestata sotto forme diverse, ma sempre la stessa verità di una stessa armonia di fondo. Una coesione universale che vige tanto nei nativi panamericani, quanto negli antichi occidentali e orientali. Un sapere perduto, che è stato negato, in nome di un positivismo dimentico di ogni sintesi archetipica.

#Zusammengehörigkeit #ΣΦΑΙΡΟΣ #EtruscaDisciplina

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