L’hanno trovato proprio lì dove sta seduta lei. Pare che l’abbia cacciata dal museo perché lei dopo due ore che parlavano di etruschi ed elbani è tornata, si è seduta, e gli ha chiesto di raccontarle della nave romana, sì, la nave di tacca.
Quando sono entrati aveva il capo chino stretto tra le mani e i gomiti appoggiati sulle cosce. Stava in silenzio da principio, ma poi si è alzato di scatto e ha cominciato a gridare aiuto.
Tiratemi fuori! Tiratemi fuori di qui! Sono rimasto intrappolato nella macchina del tempo! Fatemi uscire, vi prego! Portatemi via da questa modernità!
Poi ha blaterato qualcosa su Alberti, Coresi e Lambardi, ha guardato la signora del piano di sotto che era salita in vestaglia e pantofole ad offrire il suo aiuto, si ferma e le dice: “ma lei è Orlanda Pancrazzi, tale e quale!
Oranda Pancrazzi aveva detto che in fondo in fondo molte delle fantasie di Celeteuso Goto dopo secoli di scoperte archeologiche si erano rivelate fondate, seppur delle sue fantastiche città ammantate d’epica e di mito oggi non restavano che ruderi di castelli etruschi di fine VI secolo.
Datemi dei presocratici! Non ho chiesto tanto. Datemi dei presocratici senza filtro. Nudi e crudi, potenti così come sono senza essere stati smorzati da traduzioni in lingue banalmente vive. Dei presocratici nature, senza passarli attraverso la macchina dialettica tritatutto del naturalista Hegel ®Girmi.
Vorrei solo un po’ di presocratici belli freschi. Appena pescati, prima che l’aria li soffochi e puzzo si facciano i profumi dell’anima. Non chiedo testi sumeri. Non ho mica detto il libro dei morti egizi! Solo un pacchetto di presocratici… Senza filtro!