racconto breve (fiction)
Mamarce, o Mamerce, o Memerce, era il re di.
(qui si tratta se farlo essere re di Caere, di Vei, di Gabii o di Praeneste, decidiamo dopo)
Mamarce era etrusco, a seguito di comportamenti giudicati fortemente lesivi nei confronti della cittadinanza venne esiliato.
(qui si tratta di decidere se fu reso “uomo sacro”, e quindi dannato costretto a fuggire, oppure fatto esule)
A questo punto entra in scena un suo rivale latino per il trono di Gabii dove Mamarce ha trovato ospizio, ovviamente il rivale si chiama Evlin e siamo nell’aprile 788aC, nascono i gemelli di Mamarce, generale etrusco esiliato e la Regina Silvia, ma la morte del legittimo re Evlin per mano di Mamarce scatena la furia del figlio di questi che per vendetta giura che ucciderà i gemelli. Mamarce e Silvia si ritirano nel covo “porto franco” di Rvm assieme ai Rumax, comunità di briganti, tutti uomini. Silvia e Mamarce vengono uccisi dal figlio di Evlin che peró non trova i bambini Remul e Rumul, che saggiamente Silvia aveva affidato alla sola donna del villaggio, una sacerdotessa etrusca detta la Lupa, che soddisfaceva i bisogni di tutti i briganti.
Cosí Mamarce sarebbe in qualche modo il primo re di Roma.
(la storia va avanti con Remul che si innamora della figlia di Evlin, insieme tentano di riappacificare i rispettivi fratelli, i quali trovano si un accordo, ma non di pace, bensí di guerra. Sanciscono un patto di guerra estrema, si giurano a vicenda che uccideranno chiunque li ostacolerà nell’intento di dustruggersi a vicenda con le rispettive genie e terre, non riconoscendo i rispettivi confini, sanciti da Tinia/Giove, rivendicando ciascuno a sé l’appartenenza dei territori dell’altro.
Rumul, per farsi eleggere re organizza il villaggio con un senato e traccia le mura e le strade secondo i sacri riti. Pretende che questo gli è stato rivelato da Giove e dal padre Mamerce ormai fattosi dio (Marte).
Alla fine non gli resterà altro che popolare di donne la neonata città e radere al suolo ogni testimonianza della nobiltà latina.