GLI ETRUSCHI in un articolo di un noto quotidiano nazionale

Il noto quotidiano promuove una serie di allegati al giornale. In un articolo del 9 ottobre 2019 presenta l’episodio degli etruschi, curato da un notissimo romanziere-storico.

Le prime righe ci lasciano abbastanza esterrefatti, se il buon giorno si vede dal mattino…

Gli Etruschi sono tra noi. Nel patrimonio genetico di uomini, paesaggi e città. Nel dna di Roma stessa, città resa grande proprio dal contatto ravvicinato con una cultura a cui deve istituzioni, rituali, concetti come «popolo», desunto forse da poplu, schiera di uomini armati, e «persona», da phersu, termine usato per indicare la maschera teatrale. Una cultura misteriosa e indecifrabile, come la sua lingua, non indoeuropea e scritta da destra verso sinistra, ma che affascina per la sua vivacità e sofisticazione.

Buonasera!

Tutto il discorso sul patrimonio genetico lascia davvero il tempo che trova. I numerosi studi sono sempre stati fatti limitatamente a pochi resti ossei e condizionati dai presupposti di ciò che volevano trovare. La genetica è una scienza nuova, ricca di novità e trasformazioni continue. La bibliografia scientifica su “Etruscan Haplogroup” (nota 1) è copiosa. È stato detto tutto e il contrario di tutto: autoctoni, alloctoni, ecc.

La prima importante parola etrusca citata è in realtà un termine sabellico (osco-umbro), POPLU. Gli unici termini etruschi simili sono PUPHLUNA, PUPLANA, PUPLUNA, per la città, e PUPILIŠ, PUPLIES, PUPLIŠ, e loro derivazioni e casi. In etrusco non esiste il grafema per la lettera “O”, fatti salvi rari casi di parole d’importazione. Sarebbe stato più accettabile suggerire una derivazione di POPULUS da PUPLI, antroponimo etrusco, traducibile con Publio prenome maschile e Publia gentilizio. Tra l’altro il latino POPULUS significa anche “saccheggio”, mentre PUBLICUS sembra più vicino all’etrusco.

Una lingua scritta da destra a sinistra. Nulla di straordinario. Il greco stesso, fino al VI secolo si è scritto anche da destra a sinistra, o misto (bustrophedon). L’alfabeto derivava insieme a quello greco dal fenicio, che pure si scriveva da destra.

note

1. Kron, Geof (2013). “Fleshing out the demography of Etruria”. In Macintosh Turfa, Jean (ed.). The Etruscan World. London; New York: Routledge. pp. 56–78.

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