“State attenti alle fake!” va di moda dire nel III millennio dC.
Un po’ approssimativo appare infatti il modo di trattare la nobile lingua etrusca sul web. Non c’è da fidarsi tanto. Alcune tabelle riportano le lettere “B”, “D” e “O” sulle quali bisognerebbe piuttosto cercare un saggio accademico ben fatto per capire come, quando e dove si trovano certe rarità. Per esempio, praticamente nessun sito internet e rarissimi articoli scientifici vi parleranno di “dialetti esteri” dell’Etrusco. Ovvero, nelle iscrizioni fuori dal suolo “italico” sono presenti lettere che sono assenti in “patria”. Si potrebbe fare di più e meglio.
A volte addirittura si omette di dire che il testo principale e più lungo trovato viene dall’Africa (anche se FORSE scritto in Etruria toscana) ed era un libro di lino.
Dimenticando che in Africa in etrusco la “D” esisteva (almeno al crepuscolo della lingua) e si scriveva come una “T” con un cappello tipo accento circonflesso.