ad ETRUSCHI, MIELE, MANTOVA
di Angelo Mazzei
Apicoltura fluviale e continuità culturale lungo il Po: il caso di Forcello (Mantova) nell’età del Ferro
Il fiume Po e la sua valle sono stati abitati da popolazioni avanzate almeno dal XII–X secolo a.C., come dimostrano insediamenti complessi come Frattesina nel Polesine, dediti al commercio fluviale, all’agricoltura e alla metallurgia. Questa cultura mantiene continuità fino al IV secolo a.C., rappresentando un sistema consolidato di centri abitati lungo il fiume. Il termine Villanoviano, comunemente usato dagli archeologi, è in realtà una metonimia archeologica, poiché identifica un gruppo umano attraverso il termine che indica la faces con materiali e ceramiche. Storicamente, questi popoli erano noti ai Greci come Tyrsēnoi (Tirreni/Etruschi), con radici etimologiche risalenti fino all’egizio di XIII secolo Turshau. Forcello, a Bagnolo San Vito, era un villaggio fluviale attivo tra il VI e IV secolo a.C., nodo commerciale lungo il Mincio. Qui si praticava agricoltura, artigianato, viticoltura e apicoltura itinerante, come confermano i resti di api, miele e favi carbonizzati. L’abbandono o distruzione del sito, tradizionalmente datato archeometricamente al 375 ±10 a.C., viene meglio collocato storicamente intorno al 387–386 a.C., in seguito al passaggio dei Senoni provenienti dalla Francia, diretti verso Roma e probabilmente autori dell’incendio agli insediamenti lungo la pianura padana. Un progetto di scavo multidisciplinare condotto a Forcello ha portato alla scoperta di favi carbonizzati in un laboratorio databile al 510–495 a.C. Analisi morfoscopiche, palinologiche e chimiche (IR, LC-MS, GC-MS) su favi, pane d’api e miscele di favi fusi hanno permesso di ricostruire pratiche apistiche e l’ecologia locale. I dati pollinici indicano che le api bottinavano su piante di ambienti acquatici e ruderali, suggerendo apicoltura itinerante lungo i fiumi, pratica descritta da Plinio il Vecchio per Ostiglia, circa 20 km a valle. Il contenuto pollinico dei favi fusi ha inoltre rivelato un miele di Vitis vinifera, finora senza precedenti, suggerendo l’uso di varietà pre-domesticate o in fase iniziale di domesticazione. Queste evidenze confermano l’interazione tra apicoltura e viticoltura, nonché il grado avanzato di specializzazione economica delle comunità padane. Forcello rappresenta una testimonianza diretta della continuità culturale ed economica lungo il Po, della mobilità e dell’adattamento ambientale degli Etruschi/Tyrsēnoi, e della loro capacità di organizzare attività complesse come l’apicoltura fluviale, confermando la validità delle fonti storiche e la necessità di evitare metonimici e smettere di distinguere tra villanoviano ed etrusco, in quanto: uno è termine moderno che indica la faces culturale di cui non si è riusciti ad identificare il corrispondente etnonimo antico, che è invece l’altro, una volta riconosciutolo.
Parole chiave: Po padano; Etruschi/Tyrsēnoi; apicoltura itinerante; Vitis vinifera; metonimia archeologica; età del Ferro; Forcello; Mantova.
Riferimenti principali:
Castellano L., Ravazzi C., Furlanetto G., Pini R., Saliu F., Lasagni M., Orlandi M., Perego R., Degano I., Valoti F., de Marinis R.C., Casini S., Quirino T., Rapi M., Charred honeycombs discovered in Iron Age Northern Italy. A new light on boat beekeeping and bee pollination in pre-modern world, Journal of Archaeological Science, 83 (2017), 26-40, https://doi.org/10.1016/j.jas.2017.06.005
