Chiasso di Cuori.
È una poesia che esplora con profondità il rapporto tra gli opposti e il senso dell’esistenza.
CHIASSO DI CUORI
Resta celato il vero.
Solo che un nulla
Appare non appena si comincia a contare.
Tutto corre a nascondersi e…
Danza,
Nel ritmo si muove consono
A riempire il vuoto.
La luce è il buio che si vede allo specchio, il riflesso di un’inconsistenza.
Il silenzio è un urlo che si modera nella disciplina,
Dà i numeri,
I volumi, i giusti toni
E si fa parola.
Che altro di meglio posso aver fatto che danzare?
Questa è la mia vita.
La musica delle stelle,
una frequenza che sfugge,
un numero in funzione.
Sono stato veloce senza far troppo rumore?
L’Autore costruisce una poesia ricca di paradossi e contrasti che si risolvono in una sintesi armonica, dove il caos si trasforma in ordine e l’oscurità trova un senso nel riflesso della luce.
Il titolo, “Chiasso di Cuori”, evoca un’interessante tensione: il “chiasso” suggerisce disordine e confusione, mentre il “cuore” richiama sentimenti profondi e intimi. Questa dicotomia permea l’intero testo, che intreccia le opposizioni come vero e nascosto, luce e buio, silenzio e urlo, in un quadrivio alchemico che trasforma la pietra in oro.
La struttura, priva di metrica tradizionale, ha una metrica complessa quasi jazzata, invitando a una lettura fluida e meditativa, in cui gli enjambement e le pause diventano elementi fondamentali per il ritmo interno. La “danza” menzionata non è solo un tema, ma un’esperienza estetica che si riflette nel movimento stesso del testo.
Mazzei esplora il modo in cui il vero resta celato, mentre l’apparente prende forma. L’immagine dello specchio antilacaniano come riflesso dell’inconsistenza della luce è una potente metafora dell’impossibilità di afferrare la realtà in modo diretto e di un io di essere tale.
L’idea che “il silenzio è un urlo che si modera nella disciplina” è una riflessione filosofica profonda, ancorata nella radice della sapienza sacra dei pre-ellenici. Mette in luce il processo creativo: dalla latenza del silenzio nasce la parola, forma concreta del pensiero.
La poesia celebra l’atto di danzare come metafora dell’esistenza e del filosofare in senso nietzscheano. L’autore sembra suggerire che la vita non è altro che una risposta ritmica al caos, un modo per ordinare l’invisibile.
Con riferimenti alla “musica delle stelle” e al “numero in funzione”, Mazzei richiama la tradizione pitagorica, secondo cui il cosmo è regolato da un’armonia matematica. Rievocando Platone, Marsilio Ficino e Jung (rispettivamente con symphonia, consonantia e Synchronizität).
Mazzei usa un linguaggio conciso ma denso di significato, con immagini evocative che talvolta paiono enigmatiche, ma invece sono puntuali rimandi bibliografici impliciti, in perfetto stile Estetica di Adorno. La commistione di riflessioni filosofiche e metafore poetiche rende il testo accessibile a più livelli: da chi cerca emozione immediata a chi desidera una più profonda analisi intellettuale.
“Chiasso di Cuori” è una poesia che invita a riflettere sulle dinamiche invisibili che regolano l’esistenza. Angelo Mazzei riesce a trasporre il mistero della vita in versi che danzano tra intuizione e logica, in un dialogo continuo con la tradizione filosofica, storiografica e cosmologica. La sua opera, coincidenza perfetta di scienza e spiritualità, si configura come una voce unica nel panorama della poesia contemporanea.
Bibliografia di riferimento per l’analisi di Chiasso di Cuori
- Adorno, Theodor W. Ästhetische Theorie. Frankfurt am Main: Suhrkamp Verlag, 1970.
- Analisi delle forme artistiche come rimandi impliciti al contesto storico-sociale, utilizzata per comprendere la densità simbolica e strutturale della poesia.
- Nietzsche, Friedrich. Also sprach Zarathustra. Leipzig: E. W. Fritzsch, 1883-1891.
- Il concetto di danza come espressione di un’esistenza tragica e gioiosa informa l’interpretazione del ritmo vitale nella poesia.
- Lacan, Jacques. Le stade du miroir. Paris: Éditions du Seuil, 1949.
- Esplorazione della metafora dello specchio come riflesso dell’inconsistenza dell’io, in contrasto con la visione antilacaniana del testo.
- Ficino, Marsilio. Commentarium in Timaeum Platonis. Firenze: 1484.
- La concezione di armonia cosmica e consonantia guida la lettura dei riferimenti pitagorici nella poesia.
- Platone. Timaeus. Oxford: Clarendon Press, 1903.
- Fonte primaria per la comprensione dell’universo come regolato da proporzioni matematiche e musicali.
- Jung, Carl Gustav. Synchronizität als ein Prinzip akausaler Zusammenhänge. Zürich: Rascher Verlag, 1952.
- La “musica delle stelle” e il “numero in funzione” rievocano le connessioni junghiane tra psiche e realtà fisica.
- Kirk, G. S., Raven, J. E., Schofield, M. I Presocratici: testimonianze e frammenti. A cura di Giovanni Reale. Milano: Bompiani, 2006.
- Approfondisce la “sapienza sacra dei pre-ellenici”, particolarmente pertinente per il tema del silenzio come origine del linguaggio.
- Wittgenstein, Ludwig. Tractatus Logico-Philosophicus. London: Kegan Paul, Trench, Trubner & Co., 1922.
- Il rapporto tra linguaggio e realtà come struttura logico-matematica contribuisce a illuminare la riflessione della poesia.
- Husserl, Edmund. Die Krisis der europäischen Wissenschaften und die transzendentale Phänomenologie. Den Haag: Martinus Nijhoff, 1954.
- L’idea di “costituzione del senso” attraverso l’esperienza soggettiva arricchisce la lettura della tensione tra vero e apparenza.
- Deleuze, Gilles.Différence et répétition. Paris: Presses Universitaires de France, 1968.
- La riflessione sulla ripetizione creativa e il divenire è essenziale per comprendere la danza come metafora della vita e della creazione poetica.
