Trasportando le quattro forme di alienazione di Marx nel rapporto tra uomo e AI, si potrebbe dire che l’essere umano, nel ruolo di “autore” o “operatore” dell’intelligenza artificiale, sperimenta un parallelo con la situazione dell’operaio:
- Alienazione dal prodotto: Come l’operaio non possiede i frutti del proprio lavoro, anche l’autore che interagisce con l’AI potrebbe sentirsi alienato dal prodotto finale, poiché l’output dell’AI non è “suo” in senso tradizionale. Il contenuto generato diventa parte di un sistema proprietario più grande, governato da algoritmi e dalle aziende che li possiedono, sfuggendo al controllo e alla proprietà del singolo.
- Alienazione dall’attività: L’operatore non interagisce più con l’AI in modo libero e creativo come farebbe un artigiano con il proprio lavoro. Anziché modellare direttamente il proprio pensiero e le proprie idee, l’umano diventa un “supervisore” che guida indirettamente un processo algoritmico che elabora e restituisce contenuti in base a modelli statistici, limitando il proprio ruolo creativo e costringendosi in schemi predeterminati dall’AI.
- Alienazione dall’essenza: L’AI, riducendo l’operatore a una figura di supporto o di “curatore” dei risultati, minaccia la sua essenza creativa, trasformando il suo lavoro da costruttivo a ripetitivo. Ciò è simile al Sisifo di Marx, poiché l’operatore potrebbe provare una sensazione di sforzo infinito e frustrante nel cercare di “umanizzare” qualcosa che rimane sempre un prodotto “macchinico”.
- Alienazione dal prossimo: Infine, nel rapporto con le entità che gestiscono l’AI (aziende o governi), l’umano potrebbe sentirsi sfruttato, ridotto a un ingranaggio in un sistema più grande, perdendo connessione con il proprio ruolo di creatore unico e con gli altri esseri umani che potrebbero condividere una stessa esperienza. In una prospettiva più ampia, il rapporto tra l’individuo e l’AI può trasporre le relazioni interumane in relazioni mediate e impersonali, guidate non più da esigenze umane ma dalle logiche economiche o di controllo.
Questa alienazione crescente si traduce in un rapporto “uomo/macchina” che rischia di snaturare l’essere umano nel suo ruolo di autore e creativo, esponendolo al pericolo di perdere la sua centralità e autenticità.
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