ETRUSCAN ENTANGLEMENT

GLI ETRUSCHI E LA MECCANICA QUANTISTICA: UNA RIFLESSIONE STORICA E FILOSOFICA SULLA RUOTA DI NIGIDIO FIGULO

L’esplorazione delle connessioni tra il pensiero antico e la scienza moderna non cessa di suscitare interrogativi e riflessioni. Un esempio significativo è offerto dalla figura di Nigidio Figulo (98 a.C. – 45 a.C.), un intellettuale poliedrico del tardo periodo repubblicano romano. Noto per essere stato un filosofo, scienziato e divinatore, Figulo, grande amico di Cicerone, è spesso ricordato come l’iniziatore del Rinascimento Pitagorico a Roma e come uno dei principali divulgatori delle dottrine filosofiche che univano scienza e spiritualità. Tra i molti aneddoti tramandati su di lui, spicca un episodio che riguarda la sua famosa dimostrazione con la ruota del vasaio, riportata da Martin Hertz nel suo “Nigidii Figvli” (1845), e successivamente citata da Carl Gustav Jung.

La Ruota del Vasaio: Simbolismo e Fisica Antica

Secondo la descrizione di Hertz, Figulo, per dimostrare una particolare teoria cosmologica, fece girare una ruota di vasaio alla massima velocità. Colpendola due volte con un solo colpo di inchiostro, impresse sulla ruota due segni che, una volta che questa si fermò, apparvero notevolmente distanziati agli estremi opposti della ruota stessa. Figulo allora dichiarò: «Anche se una cosa nasce dopo l’altra, con la stessa velocità con cui ho colpito la ruota due volte, nell’immensità del cielo c’è ancora molta distanza tra di esse». Questa dimostrazione, volta a rappresentare la distanza siderale tra due eventi che, pur avvenendo in rapida successione, restano distanti in un universo incommensurabile, sembra anticipare alcuni principi della moderna meccanica quantistica, in particolare il fenomeno dell’entanglement.

Nigidio Figulo e l’Entanglement: una Connessione Possibile?

L’entanglement quantistico è un fenomeno per cui due particelle, pur essendo separate da grandi distanze, rimangono collegate in modo tale che ciò che accade a una influenzi istantaneamente l’altra. Pur non volendo attribuire a Nigidio Figulo una comprensione scientifica della fisica moderna, la sua riflessione sulla simultaneità e la distanza nell’universo potrebbe essere interpretata come un’anticipazione filosofica di concetti che solo molti secoli dopo avrebbero trovato una formulazione scientifica.

Il parallelo tra la ruota di Figulo e l’entanglement non è tuttavia privo di rischi interpretativi. Non si può infatti affermare che il filosofo romano avesse una chiara comprensione dei fenomeni che oggi descriviamo attraverso la fisica quantistica. Tuttavia, il suo pensiero, così come espresso nella metafora della ruota, suggerisce un’intuizione profonda su come l’universo e i suoi eventi siano collegati da leggi misteriose e incommensurabili.

Cosmologia Antica e la Forma dell’Universo

La visione di Nigidio Figulo, secondo cui due eventi possono essere separati nello spazio anche se generati in rapida successione, trova un’eco nel concetto platonico della Anima Mundi, la “sfera” che contiene e unisce tutte le cose. In particolare, Jung, nel suo studio Aion: Forschungen zur Phänomenologie des Selbst (1951), suggerisce che la visione sferica dell’universo – già presente nel Timeo di Platone – rappresenti una chiave simbolica per comprendere l’unità e la coesione del cosmo. È possibile che Jung, nel citare il mondo sferico di Figulo, non fosse a conoscenza delle riflessioni di Empedocle, dove lo Sphairos rappresenta la forma perfetta dell’universo, governata da una mente sacra, la Ierè Phrèn.

Entanglement for dummies

Il pensiero di Nigidio Figulo, sebbene radicato in una tradizione filosofica e cosmologica antica, può essere riletto in chiave moderna alla luce delle scoperte scientifiche. La sua dimostrazione con la ruota del vasaio e la sua riflessione sulla distanza tra due eventi simultanei sembrano prefigurare intuizioni che oggi associamo alla meccanica quantistica, e in particolare all’entanglement. Sebbene non vi siano prove dirette che Figulo avesse una comprensione scientifica di tali fenomeni, la sua capacità di intuire le connessioni profonde tra gli eventi e la struttura del cosmo testimonia la straordinaria ricchezza del pensiero antico e la sua continua rilevanza per il nostro tempo.

Bibliografia

  • Hertz, M. (1845). Nigidii Figvli. Lipsia.
  • Jung, C.G. (1951). Aion: Forschungen zur Phänomenologie des Selbst. Zurigo.
  • Platone. (360 a.C. circa). Timeo.
  • Empedocle. (V secolo a.C.). Frammenti.

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