


L’Acheloo, noto come uno dei più lunghi fiumi del nord-ovest della Grecia, non era solo un corso d’acqua, ma anche una divinità fluviale importante della mitologia greca. L’influenza del culto di Acheloo, particolarmente affascinante, si estende anche nella cultura etrusca, dove le rappresentazioni di questo dio sono ricorrenti. Diverse raffigurazioni etrusche in bronzo, ceramica e perfino oro testimoniano la venerazione che gli Etruschi riservavano a questa figura mitologica.
Alcuni aspetti di questo culto meritano attenzione:
1) Il legame con Dodona: Il fiume Acheloo scorre vicino alla regione di Dodona, sede del più antico oracolo greco, dove i sacerdoti onoravano Zeus Pelasgico. I Pelasgi, un antico popolo greco, potrebbero essere legati alla cultura minoica e sono descritti dagli storici come parlanti una lingua incomprensibile. Sono inoltre ritenuti antenati dei Tirreni, identificabili con gli Etruschi. Questo suggerisce un possibile trasferimento o sovrapposizione culturale tra la Grecia pre-ellenica e l’Italia etrusca.
2) Somiglianza fonetica tra Acheloo e Achille: Acheloo (Ἀχελώϊος) e Achille (Ἀχιλλεύς) presentano una strana assonanza nei loro nomi. Sebbene non sembrino derivare l’uno dall’altro in greco, in etrusco esistono delle forme simili come AXELE, AXULE e AXILE per Achille, mentre per Acheloo non vi è una forma certa. Una possibilità potrebbe essere AXSVN, trovato su uno specchio etrusco, dove forse è stato confuso con un sileno o fauno per via delle corna, delle orecchie e della barba, tratti distintivi del dio fluviale.
3) Posizione geografica e il legame con Itaca: L’Acheloo sfocia nel mare Ionio, vicino ai territori di Corinto e all’isola di Itaca, la patria di Ulisse. Le relazioni storiche tra l’Italia, Corinto e Ulisse sono profonde: si ricordi, infatti, che Corinto ha fondato Siracusa e influenzato la politica romana attraverso figure come Tarquinio e Demarato. Questo rafforza ulteriormente l’idea di una connessione culturale tra Grecia ed Etruria.


Le immagini rappresentano manufatti legati al culto di Acheloo, tra cui bronzi con sembianze divine e calderoni rituali, prevalentemente realizzate in botteghe di Vulci.
Il collegamento tra i calderoni etruschi e quelli dei druidi celti, come quello rinvenuto in una tomba celtica a Lavau, testimonia la diffusione di pratiche religiose e iconografie in tutto il Mediterraneo e oltre. Anche il frammentario calderone trovato a Vetulonia dall’archeologo Isidoro Falchi suggerisce l’uso di oggetti simili tra gli Etruschi, richiamando a quelli leggendari dei druidi.
Acheloo era quindi più di una semplice divinità fluviale: la sua venerazione si è diffusa, influenzando culture e tradizioni attraverso il Mediterraneo, lasciando tracce profonde in Etruria e nella mitologia.
