
Le Colonie Sarde nel Sud della Francia: L’Artigianato dell’Ossidiana e le Rotte Marittime Preistoriche
Nel periodo compreso tra il 4500 e il 3500 a.C., i Sardi potrebbero aver fondato delle colonie nel sud della Francia, come suggeriscono le prove archeologiche legate alla lavorazione dell’ossidiana. Questa roccia vulcanica, caratterizzata da una struttura vetrosa e tagliente, era altamente apprezzata per la produzione di utensili e armi durante il Neolitico. La presenza di manufatti in ossidiana in vari siti archeologici del sud della Francia, unita alla sofisticata abilità di lavorazione della pietra in loco, indica non solo l’importazione del materiale ma anche la migrazione di artigiani specializzati, probabilmente provenienti dai luoghi di estrazione dell’ossidiana in Sardegna.

L’Importanza della Lavorazione dell’Ossidiana
La scoperta di strumenti in ossidiana nei siti francesi è significativa non solo per la sua presenza materiale, ma soprattutto per l’evidenza che questi strumenti venivano lavorati direttamente sul posto. Le analisi condotte su campioni di ossidiana provenienti da vari siti, tra cui il sito di Terres Longues, mostrano che la maggior parte di essa ha origine dai giacimenti sardi. Questo indica che l’ossidiana non veniva semplicemente trasportata sotto forma di blocchi grezzi, ma veniva lavorata da mani esperte sul luogo di arrivo.
Gli stili di scheggiatura dell’ossidiana osservati in Francia rivelano una competenza avanzata, con due principali tecniche utilizzate: una scheggiatura su una superficie piana e una su una superficie convessa. Queste tecniche, che richiedono una conoscenza dettagliata e una pratica significativa, suggeriscono la presenza di artigiani altamente specializzati, presumibilmente sardi, che avrebbero portato con sé le tecniche di lavorazione dalla loro terra d’origine.
Le Rotte Marittime: Un Ponte tra la Sardegna e la Francia
La diffusione dell’ossidiana sarda nel sud della Francia implica l’esistenza di rotte marittime ben stabilite tra queste regioni. La rotta più probabile partiva dal Golfo di Oristano, sulla costa occidentale della Sardegna, e seguiva un percorso strategico lungo la costa occidentale dell’isola. Attraversando le Bocche di Bonifacio, il canale che separa la Sardegna dalla Corsica, le imbarcazioni si dirigevano a nord, lungo la costa orientale, con la possibilità di deviare verso l’Elba occidentale, soprattutto in presenza di venti forti dai quadranti orientali, come tramontana, grecale, levante, scirocco e mezzogiorno.
Dall’isola d’Elba, i navigatori avrebbero potuto proseguire verso nord, attraverso Capraia e Capo Corso, fino a raggiungere Cap d’Antibes, un punto strategico sulla costa francese. È qui, nell’entroterra, che si trovava il presunto centro di smistamento sardo di Trets, con il sito di Terres Longues che fungeva da hub per la distribuzione dell’ossidiana lavorata.
L’Evidenza Archeologica: Le Tombe “Sarde” e l’Antico Scalo Marittimo
Un ulteriore supporto all’ipotesi della presenza sarda nel sud della Francia viene dalle tombe rinvenute nelle necropoli di Piane alla Sughera e della Forca, nei pressi di Seccheto e Fetovaia, sull’Isola d’Elba. Queste tombe, interpretate da alcuni studiosi come di origine sarda, potrebbero appartenere a coloni o mercanti sardi che operavano nell’antico scalo marittimo di Vetus Baia, l’odierna Fetovaia. La presenza di tombe sarde in questa regione rafforza l’idea di un legame stretto e diretto tra la Sardegna e le rotte commerciali che collegavano le coste tirreniche con la Francia meridionale.
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Le prove della lavorazione dell’ossidiana e le rotte marittime ipotizzate suggeriscono che, durante il Neolitico, i Sardi non solo esportavano ossidiana, ma stabilivano anche colonie e centri di lavorazione in loco nel sud della Francia. Questa presenza, rafforzata dall’evidenza di tombe “sarde” sull’isola d’Elba, testimonia l’importanza delle connessioni marittime preistoriche e il ruolo fondamentale che i Sardi potrebbero aver avuto nella diffusione di tecnologie e culture attraverso il Mediterraneo occidentale.
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
Michelangelo Zecchini, Gli Etruschi all’isola d’Elba, Lucca 1978.
Michelangelo Zecchini, Isola d’Elba. Le origini, Lucca 2001.
Gino Brambilla, Le impronte degli antichi abitatori dell’isola d’Elba, Pavia 2003.
