La Tomba 1 della Necropoli di Santu Pedru ha restituito 447 reperti databili in un lungo periodo di tempo che va dal cosiddetto Neolitico Recente (3400-3200 a.C.) all’Età della Cultura del Vaso Campaniforme (ca 2000 a. C.).
La tomba fu studiata a suo tempo da Contu. Sarebbe stata scavata nel III millennio avanti Cristo, più di 4500 anni fa. Il problema serio è che secondo il paradigma consolidato quell’epoca non prevede la metallurgia, che significa che la tomba sarebbe stata scavata pietra contro pietra, utilizzando frammenti di selce e ossidiana o altre pietre durissime, modellate come lame di asce.
Se osservate la foto della camera centrale coi due pilastri e poi osservate la mappa vi rendete conto della incredibile quantità di pietra che deve essere stata scavata con questo metodo primitivo.
Facciamo finta che io abbia voglia di dare per scontato il fatto che la Sardegna non conoscesse la metallurgia durante il III millennio. Ebbene, questo non sminuisce affatto la considerazione che dovremmo avere di una cultura che è riuscita a rappresentare se stessa con uno stile architettonico e un ingegneria neolitica così raffinati e potenti da lasciare ogni serio studioso a bocca aperta.
Io credo che non dovremmo affatto sottovalutare questa civiltà ed osservarla come se fosse un inspiegabile unicum racchiuso nel suo microcosmo insulare, separata dal resto del mondo, che nel frattempo vedeva al massimo dello splendore la civiltà sumera con le sue gigantesche “piramidi scalari” a mattoncini rossi, chiamate Ziggurat, per non parlare della piramide di Cheope, altro capolavoro significativo di un mondo che considerare primitivo come vezzeggiativo è solo un grande limite della nostra civiltà. Civiltà moderna, che se studiassimo come fosse antica non potremmo far altro che considerare folle.
Tornando a noi, in queste antichissime strutture ipogeiche non manca il simbolo della testa di animale cornuto, toro o ariete, che può solo testimoniare di un legame ancestrale tra questa terra e il mondo più avanzato di quei tempi.
A parte le numerose rappresentazioni sumere, mi pare interessante ricordare per l’ennesima volta l’Anatolia, durante il periodo Attiano (Hattian) tra 2600 e 1900 a. C. le rappresentazioni del Dio Toro sono numerosissime. Nelle Tombe di Alaca Hüyük la “cornuta divinità meteorologica” con testa di toro è presente allo stesso modo. Non crediate che sia così assurdo che i tanto narrati traffici marittimi sardiani (per usare un termine caro al compianto Pittau) con le terre oggi di Cipro, Egitto, Israele, Siria e Turchia meridionale, attestate da fior fior di studiosi internazionali (tra i quali le nostre preziosissime Lo Schiavo e Sabatini), che questi scambi commerciali/culturali – dicevo – avessero già luogo nel millennio precedente (rispetto ai contatti accertati che invece sono circa del periodo 1400-1100 a. C.).
Dette così, da me, su facebook, sono solo suggestioni di possibili connessioni da meditare e da studiare; semplici indicazioni a non chiudersi nel dare per scontato tante troppe cose. Se gli studiosi si cullassero su ciò che già si sa prendendolo per buono la scienza e le nostre conoscenze in genere non muterebbero mai.
È nel dubbio che si scelgono le strade. Giuste o sbagliate che siano è solo seguendole che possiamo andare da qualche parte, muoverci.
Senza il dubbio cresce la certezza. In essa e da essa nascono l’intolleranza, l’arroganza, la “saccenza”. Ma anche i fondamentalismi, i razzismi, la violenza in genere, la guerra.
Buon mare a tutti.
Le isole vi aspettano, ricche di meravigliose storie, montagne di pietra e,- questo non guasta – spiagge bellissime, soprattutto a giugno.
#isoledelmediterraneo ❤️








