Di una Coroplastica Rituale

Museo di Marciana S1V3

La Coroplastica Ierofanica Micromimetica

La CIM rappresenta un affascinante ambito dell’archeologia e dell’antropologia che si concentra sulla produzione di modellini in terracotta di oggetti comuni, come brocche e tazze, destinati a scopi votivi. Questa pratica, che combina la produzione artistica con la devozione religiosa, offre uno spaccato significativo sulla cultura e la spiritualità delle antiche civiltà.

Il termine “coroplastica” deriva dal greco “koroplastes,” che indica colui che modella piccole figure in terracotta. “Ierofanica” si riferisce al sacro e al rapporto con il divino, mentre “micromimetica” sottolinea l’aspetto di riproduzione in miniatura di oggetti quotidiani. Questi modellini non erano semplici riproduzioni, ma incarnavano un simbolismo profondo, rappresentando l’uso quotidiano e sacro degli oggetti, nonché la connessione tra il mondo terreno e quello spirituale, come nel Geviert di heideggeriana memoria.

Museo di Marciana S1V3

Gli antichi utilizzavano questi modellini come offerte votive nei templi o nei santuari. Questi in foto provengono dal Santuario dell’Età del Bronzo di Monte Giove di Marciana. Erano donati al Padre degli Dei come segno di devozione, preghiera o ringraziamento. Lo stesso toponimo latino Mons Iovi, era probabilmente la traduzione di un previo teotoponimo etrusco (Tin), a sua volta forse derivato da una lingua locale di tremila anni fa. La scelta di modellare oggetti di uso quotidiano rifletteva il desiderio di trasferire la sacralità della vita quotidiana nel regno del divino, rendendo ogni azione un atto di venerazione. Il gesto profondo, meditato e rituale. 

La produzione di questi oggetti richiedeva tempo, abilità e una profonda comprensione del significato religioso. L’artista, nel modellare l’argilla, partecipava a un rito creativo che rifletteva la sua fede e il suo desiderio di connettersi con il divino.

Esempi di coroplastica ierofanica micromimetica sono stati ritrovati in diverse civiltà antiche, tra cui quella greca, romana, etrusca e dalla Mesopotamia. Ogni cultura aveva le sue specificità stilistiche e simboliche, ma il principio sottostante rimane lo stesso: la trasformazione di oggetti comuni in strumenti di comunicazione spirituale. La Consacrazione.

Museo di Marciana S1V1

La spiritualità era onnipresente nella vita quotidiana degli antichi. Attraverso l’arte di modellare l’argilla riuscivano a creare un ponte tra il mondo terreno e quello divino, tra il mortale e l’immortale. Questo approccio micromimetico alla coroplastica non solo arricchisce la nostra comprensione del passato, ma ispira anche una riflessione sul valore della ritualità e della spiritualità nella nostra vita contemporanea, dove frugalità, utilitarismo ed individualismo ci hanno resi quelli che siamo: Umani troppo umani. 

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