SPURINNA – Plinio il Giovane

VESTRICIO SPURINNA

LETTERA DI GAIO PLINIO A CALVISIO RUFO.

  • Ho passato in casa di Spurinna giornate tanto belle, che non so se altre mai. Se diventerò vecchio, vorrei avere una vecchiaia come la sua: non c’è tenor di vita più ordinato di quello. E a me piace la regolarità dei moti celesti, e cosi della vita umana, specie dei vecchi. Perchè ai giovani non disdice un certo disor dine quasi avventuroso; ma nei vecchi conviene che tutto proceda senza scosse e con ordine, dato che per essi il tempo degli affari è finito e il brigar altri onori sarebbe ridicolo.
  • Questa regola, Spurinna la osserva costantissimamente: anche nei particolari più piccoli (piccoli, se non si ripetono ogni giorno) d’un orario che comprende tutto il ciclo della giornata. La mattina s’indugia a letto, all’ora seconda chiede i calzari, fa una passeggiata di tre miglia e tiene in esercizio non meno la mente che il corpo: se vi sono amici, si conversa di cose interessanti; se non vi sono, si legge un libro, qualche volta anche in presenza degli amici, se però questo non li disturba. Poi egli si mette a sedere, e daccapo il libro, o meglio la conversazione; poi sale in carrozza, con la moglie, una signora esemplare, o con questo o quell’amico: con me, per esempio, giorni or sono. Quant’è bello e simpatico starsene cosi appartati! E ti trasporta ai suoi tempi, in mezzo ai grandi avvenimenti e ai grandi uomini del passato! E da tutto impari: benchè egli, già naturalmente modesto, sia pieno di riguardo, per non darsi l’aria di maestro. Dopo sette miglia, di nuovo cammina per un miglio, di nuovo si mette a sedere, o torna nel suo studio e ripren. De la penna. Perchè scrive, e nelle due lingue, liriche sapientissime: c’è una straordinaria dolcezza di suoni e soavità di modi e finezza di spirito, che più piace, chi conosca il carattere del venerando poeta.

Quando s’annunzia l’ora del bagno (ch’è la nona d’inverno e l’ottava in estate), prima si spoglia e cammina all’aria aperta, se non c’è vento. Poi fa a palla, con forza e a lungo: con quest’esercizio da battaglia alla vecchiaia. Dopo il bagno si mette a tavola, e non mangia subito: intanto ascolta una lettura a voce bassa e senz’enfasi. Per tutto questo tempo, gli amici sono liberi di fare lo stesso, o altro, se preferiscono. Poi si serve il desinare, pulito e semplice, su argento liscio e antico; del servizio fanno parte anche vasi cesellati, di Corinto, di cui si compiace, senz’essere appassionato. Spesso, durante il desinare, ci sono attori che recitano qualcosa, perchè anche i piaceri della mensa abbiano il condimento d’un’intelligente occupazione. Il convito si prolunga nelle prime ore della sera estiva: e nessuno trova che sia lungo, tanto è cara la compagnia. Di qui viene che a settantasett’ anni compiuti egli ha udito e vista perfetti, e corpo agile e vivace, e, della vecchiaia, la saggezza soltanto.

  • Codesto genere di vita io me l’auguro e pregusto col pensiero, e mi darò a seguirlo con entusiasmo, appena il conto degli anni mi per- metterà di ritirarmi. Intanto mi consumo in mille fatiche: ma anche qui Spurinna m’è di conforto e d’esempio. Perchè anch’ egli, finchè potè far. Lo con onore, assolse incarichi, sostenne magistrature, governò province, e con molta fatica si guadagnò codesto riposo. Perciò io mi prefiggo la stessa via e lo stesso termine, e fin da ora qui con te ne sottoscrivo l’impegno cosi che, se mi vedrai passar oltre, tu mi citerai in giudizio secondo questa mia lettera, e m’ingiungerai di mettermi tranquillo, quando avrò scrupolo di passar per ozioso. Addio.

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