Spegnimenti nella Luce

Cosí vanno le cose, cosí devono andare!

S’alzano sotto cieli spenti i canti

Di chi è nato alla terra ora di

Volontà focose speranze

E da energie costretto

e si muove alla danza.

Questa canzone di Giovanni Lindo Ferretti, Fuochi nella notte, rivela un’intensa connessione tra il concetto di danza come espressione di volontà che vuole se stessa, slancio bergsoniano, potere sinergetico asservitore, singolarità ontologica ed energia vitale. Forza primordiale che mantiene l’esistenza umana e la natura stessa in quanto crogiuolamento di conseguenti forme di vita e pertinenti giochi linguistici. La canzone suggerisce che la vita è un fluire incessante di forze vitali, rappresentate qui dalla danza, l’epochè singolare tra due forme di pluralità originaria, scaturigine di volontà e speranze monadiche ardenti. La frase “cosí vanno le cose, cosí devono andare” richiama l’idea nietzschiana dell’eterno ritorno, poiché la cosa può non essere effimera solo continuando ad essere se stessa, e in questa identità necessaria rivelare la relatività del tempo rispetto ad un punto apocalittico contingente. L’irripetibile è l’efemeride, per sua natura, così che solo ogni momento che permane è la struttura che torna su stessa. Il gioco della vita è destinato a ripetersi all’infinito. La danza diventa quindi una metafora potente per Nietzsche, incarnando il flusso costante della vita e la ricerca instancabile della realizzazione e dell’affermazione di sé di ogni cosa nel suo più proprio non essere universale.

Non fuochi nella notte, ma notte nei fuochi, spegnimenti nella Luce.

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