Costruire, che cosa significa, se non avvicinarsi a “dio”?
Non un dio con un nome nella propria lingua, ma il divino stesso, prima di ogni declinazione in vocabolari, rituali e leggi.
Costruire è addomesticare lo spazio, trasformarlo in domus, casa. Dare la forma del corpo alla pietra come suo contenitore, imitare quindi il genio divino replicando le sue sacre geometrie.
Costruire è dilatare il tempo della vita, allungarlo fino a quando la costruzione resta in piedi, sfiorare l’eternità. Anche in questo caso – costruire è per l’uomo camminare verso Dio.
Stare al mondo, stare sulla terra, oggi – nel migliore dei casi – è un esserne ospiti. L’uomo s’è scordato di essere venuto alla luce costruendosi un corpo fatto di pezzi di mondo, composto di terra. Noi non siamo ospiti, siamo costruzioni, assemblaggi di elementi riuniti occasionalmente per dare forma ad un progetto divino, codificato dall’anima che lo incarna, con una obsolescenza programmata nel senso del suo destino.
Costruendo un contenitore di corpi umani in grado di resistere al tempo per quasi 4000 anni, quegli uomini hanno reso meno mortale il loro stare al mondo, si sono avvicinati al divino, proprio come le pietre, che non muoiono cosí in fretta come noi.

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(cfr. Heidegger, Costruire Abitare Pensare)
https://dokumen.tips/documents/heidegger-costruire-abitare-pensare.html
