Per una Nova Scienza
Puó essere che la maggior parte di noi non se ne renda completamente conto – eppure il 2019 è stato l’ultimo anno di un’epoca.
Questi ultimi quattro anni (20-21-22-23) sono stati “strani”, ma a modo loro straordinari. Il nostro modo di pensare e di vedere il mondo ha dovuto annaspare per stare a galla.
Stare al mondo è diventata un’arte estrema che comporta una buona dose di pragmatismo e la capacità di esperire situazioni del tutto inedite.
Non è detto che #covid, #Ucraina e #Gaza siano segnali “definitivi” di una tendenza in atto. Potrebbero anche rivelarsi come eventi sporadici e non strutturalmente concatenati al flusso dell’essere, ma ad oggi è più facile leggerci l’avvio di una rivoluzione degli equilibri geopolitici e culturali a livello globale.
Non è neanche detto che queste scosse telluriche, – capaci di destabilizzare il sistema, mostrandone le falle peggiori in termini di pace, salute, sicurezza, rotte dei mercati e distribuzione delle ricchezze, – si facciano fenomeni costitutivi del prossimo avvenire; certo è che se questo scenario prevederà altri atti altrettanto o ancora più tragici, allora la mia idea che ci occorra al più presto una nuova collezione di paradigmi per andare nel futuro, non sarebbe poi cosí campata in aria.
Ripartire dalle Nozze di Mercurio e Filologia, rimettere cioè in interscambio psicologia, filosofia, storia, archeologia, linguistica, filologia… far passare le informazioni tra i diversi settori di studio, ricostruire utilizzando le culture protostoriche una Nova Scienza Umana sulla quale poi rifondare il concetto stesso di “scientifico”.
