Dal 1995, anno in cui per la prima volta internet entrò nella mia vita e la cambiò per sempre, scrivo in pubblico. Scrivo da sempre, da quando avevo quattro o cinque anni, e leggo da quando ne avevo tre. Nella prima infanzia, – fino al 1974, quando i miei dettero in affitto il loro prezioso ristorante, – per sei mesi all’anno ero un senza famiglia affidato ad improbabili baby-sitter, amici forestieri e zii, a rotazione. Uno di questi miei tutor era zio acquisito Livio, che con zia Solidea {nps: Just an idea in English} mi portavano sul tardi, verso le dieci le undici, a passeggiare verso la Cava di Plancate a vedere, nel buio più pesto, le lucciole. Con zio Livio imparai a leggere le targhe delle auto, riconoscevo tutte le province italiane, – come ancora oggi, nonostante tutti quei neuroni bruciati dai tempi dell’epigenesi corticale e neuronale, ancora – tutte e novantacinque tranne quelle dodici istituite dopo il 1974. Dovevo avere quattro anni all’incirca quando i miei, durante la genitorialità effettiva del periodo invernale, finalmente se ne accorsero. Eravamo a tavola con una famiglia di amici invitati a pranzo, quando rompendo il chiacchiericcio adultiano quattrenne dissi: “VI… NO DA TA… VO… LA !”, leggendo l’etichetta sulla bottiglia.
– Ma ha letto davvero? Dove hai imparato a leggere?
– Con zio Livio, con le targhe delle macchine. VI=Vicenza, Vi. NO=Novara, No. = Vi-no.
θαμάζω

Scrivere un pezzo per Groviglio News, l’entanglement della nova scientia, non è lo stesso che scrivere su altri supporti o piattaforme. Groviglionews a sua volta non è né una vera e propria rivista né un blog personale. Scrivere qui è il topos confortante di una stanza più piccola – bella, ma piccola, e piccola con connotato positivo: su misura, piccola, ad hoc, perfetta per me, comoda, piccola ma maestosa.
Leggetemi meglio, recita il titolo. Leggetemi meglio, grazie all’ausilio delle illustrazioni, dei corsivi e dei grassetti. Leggetemi meglio, grazie alla presenza di un indirizzo ip non effimero, per ora ancora col suo proprio nome di dominio, extension dot news. Leggetemi meglio, senza la distrazione di un social o di un magazine, ai quali manca l’autorità omogenea ed esclusiva, così come manca loro una personalità univoca, a favorire il flow di una lettura concentrata di una coerente scrittura.
Scimmiottando Paganini, non so dirvi se queste schegge d’ego impazzite, potranno mai avere la continuità e la cadenza che il conforto delle vostre aspettative pone come clausola contrattuale. Un contratto implicito tra un autore e i suoi seguaci, reso infirmabile da ambo le parti, per questa aspettativa essenzialmente tradibile, ed esistenzialmente per questo mai affidabile.
In fede. Nella fede, la Fides.
IN FIDE
