I CASI DI ETRUSCHI ED EGIZI SOTTO LO SGUARDO NAZISTA
Nell’epoca del Terzo Reich, l’ideologo nazista Alfred Rosenberg promosse un’interpretazione distorta della cultura etrusca, affermando che fossero un popolo “straniero” e accusandoli di aver contribuito all’indebolimento della cultura romana. Questa visione venne presentata come una teoria scientifica, seppure non ne acesse le basi.
All’interno di questo contesto ideologico, il declino dei Romani patrizi fu attribuito al fatto che si erano mescolati coi plebei e all’influenza negativa che la cultura etrusca avrebbe esercitato su Roma. Questo concetto si sposava perfettamente all’ideologia nazista, che promuoveva l’idea che le culture europee fossero originarie del nord, con il nord considerato la presunta patria dei Teutoni. Questa manipolazione della cultura etrusca a fini politici rappresenta solo un esempio di come l’ideologia politica puó influenzare la percezione storica e culturale, portando a interpretazioni errate e pericolose della storia. Questo fenomeno non fu una prerogativa nazista circostanziata a quell’epoca, la storia è sempre una delle interpretazioni possibili che si impone sulle sue alternative. Anche oggi noi raccontiamo a noi stessi la storia che ci fa più comodo, e non esiste una narrazione neutra, determinata quanto meno dalla propria etnia o geolocalizzazione.
Durante il nazismo anche l’egittologia fu motivo di fervide discussioni. In un contesto dove l’ideologia razzista dominava, alcune tra le voci più autoritarie – come quella di Helmut Berve, principale storico antico del Terzo Reich e rappresentante del regime nazista a Lipsia, – fecero affermazioni contro lo studio del vicino Oriente antico e delle culture “estranee”. Berve sosteneva che lo studio delle culture ritenute “straniere” e “incomprensibili” in natura non avesse diritto di esistere se non poteva essere completamente razionalizzato. Questo atteggiamento portò a una condanna implicita dello studio delle culture extranazionali.
Le conseguenze di questa ideologia si riversarono sull’egittologia, e già nel 1933, con l’espulsione degli studiosi ebrei, la Germania perse il suo primato in questo campo. Influenti storici antichi come Leopold Ranke ed Eduard Meyer si schierarono contro la storiografia globale e l’approccio ai popoli considerati “stranieri”.
Non solo gli Etruschi quindi, ma anche gli Egizi, furono oggetto di emarginazioni ideologiche durante il Terzo Reich, con l’egittologia che subì la perdita di studiosi di valore e il declino delle ricerche in Germania. Anche se questo periodo rappresenta davvero una delle pagine più oscure della storia della ricerca storica e ci invita alla prudenza e a non lasciarsi trascinare oltre misura dalle nostre idee, al di là delle influenze ideologiche, dobbiamo sempre tener presente che anche in ambito scientifico, ogni ipotesi che prediligiamo e ogni tesi che sosteniamo sono sempre atti politici, prima che neutre verità.
