ORAMAI Soltanto una nuova filosofia della storia ci può salvare

La ricerca di una nuova filosofia della storia che coinvolge la psicologia, l’archeologia e l’archeometria per cercare di comprendere meglio il nostro passato e ritrovare le radici è un approccio intrigante. È attraverso tale esplorazione critica che possiamo sperare di trovare una migliore comprensione di chi siamo e come siamo giunti a questo punto nella storia.
L’Uomo occidentale ha perso contatto con la divinità. Già sul finire dell’Impero Romano, l’imposizione del monoteismo ha spazzato via ogni forma di diplomazia teologica. Prima gli Dei si equiparavano tra diverse etnie, per esempio nelle multietniche città emporio di mare si potevano trovare templi dedicati insieme ad Astarte fenicia ed Uni etrusca, oppure ad Apollo greco e Aplu etrusco. Questo costume a nostro parere proviene dalle culture preindoeuropee, matriarcali e politeiste aperte a divinità straniere. Questo lo deduciamo innanzitutto da un passo di Erodoto sui Pelasgi, che inizialmente non davano nomi agli Dei. I Tirreni, loro degni “eredi” invece nominavano gli Dei e continuavano nell’acquisirne di nuovi. La sacralità gerarchica che vedeva l’uomo comportarsi secondo il volere degli Dei, cercando di coglierne i segni nella natura, mano a mano va perdendosi, e la religione monoteistica finisce per perdere la devozione e la divinazione, che vengono soppiantate quasi esclusivamente dalla preghiera. Con la preghiera l’Uomo si pone sullo stesso piano di Dio, egli assume la dignità della propria volontà, e come se non bastasse pretende da Dio che esaudisca i suoi desideri. Il rapporto si è capovolto, non sono più gli Dei a decidere e l’Uomo ad eseguire, bensì il contrario. Nonostante questo il sistema monoteista regge incontrastato per circa 1600/1700 anni. I primi segnali forti si scorgono con la divinizzazione della scienza positiva e a seguire con la nascita della new age, quando l’Uomo occidentale sente il bisogno di tornare ad un rapporto sacro col divino e col pianeta e accoglie nuove od esotiche religioni. Ma questo non basta, oggi nessuno crede in nulla, l’Antropocentrismo si è compiuto, e nel compiersi ha cancellato ogni residuo rapporto col divino, ma senza questa dialettica, l’Antropocentrico si dissolve, per così dire implode, e l’Uomo perde se stesso. L’Uomo occidentale contemporaneo non sa più dov’è né chi è. Qui entra in gioco come un’ambulanza che arriva a sirene spiegate una nuova filosofia della storia. Un recupero della memoria che coinvolge la psicologia, l’archeologia e l’archeometria, e tenta di ritrovare l’Uomo andandolo a scovare da dove è venuto. È una storia universale degli errori. Un elenco delle strade sbagliate prese che hanno portato l’Uomo fino a qui, a perdersi.

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