In memoria di Gregory Bateson VERSO UN’ECOLOGIA DELLA MENTE

Gregory Bateson
edited into an Indian guru

Il Professor Peter Hawkins scrisse una bellissima lettera in occasione del centenario della nascita di Gregory Bateson. Anche per noi è stato un pensatore fondamentale. La prima volta fu per un esame con Iacono, il testo era il suo primo, Naven, di quando esercitava come antropologo in Papua Nuova Guinea, studiando i rituali di una tribù locale. Fu in quell’occasione che fummo implicitamente iniziati al pensiero del “double bind” e della schizofrenia apatologica metodica, riflettendo sulla sua “schismogenesi”. Bateson era un grande forgiatore di neoligismi, se non ricordo male, ancge “cibernetica” fu inventato da lui, forse studiando Enigma e la criptologia della Macchina di Türing. Chi lo sa, sono passati 33 anni da quelle letture, la terminologia e le nozioni sono state tutte digerite e ben metabolizzate.

Peter Hawkins scrive: “When I speak to colleagues in various fields, I am continually surprised at the number of people who have never heard of him. Yet when I then ask them have they heard of: the double-bind theory of schizophrenia; double loop and treble loop learning; cybernetics; systems theory; paradoxical family therapy; Margaret Mead’s anthropology in Bali, many have heard of several of these, without realising the influential role played by Gregory Bateson in all of them and many other areas. Bateson was focussed on the fundamental principles and the underlying connecting patterns in the various fields of social sciences. He left it to others, such as R.D.Laing (Laing, 1971), Chris Argyris and Donald Schon (Argyris & Schön, 1974, 1978), John Lilly (1972) , , Watzlawick, Weakland and Fisch (Watzlawick, Weakland, & Fisch, 1980), Fritjof Capra (Capra, 1983, 1996) and many others to apply and develop his thinking.”

Quello che ci occorre oggi in quanto terrestri, in onore di Gregory Bateson, è una radicale svolta nei modi in cui vediamo il mondo. Dobbiamo per cosí dire mettere la Pragmatica watzlawickiana al centro del nostro percorso. Andare in contro a ció che viene ribaltando lo sguardo, bisogna munirsi di occhi sulla nuca per affrontare il Destino. Un paradigma kuhniano va costruito sulle macerie delle verità sconfitte dal tempo. Prima di tutto dobbiamo trovare il modo di rendere di nuovo ancestralmente sacro il nostro modo di stare sulla Terra. Il “nostro” pianeta deve tornare protagonista, riassorgere alla statura divina che gli abbiamo strappato via con errori positivisti. Ma oggi non ci è più possibile recuperare la fede in questa divinità diffusa, se non riusciamo prima a metabolizzarla attraverso un processo di scientificazione. Per questo dobbiamo costruirci un nuovo pensiero ecologico. La nostra proposta è di buttarsi su Panpsichismo & Mente Sacra.
I dominii della psicologia, della filosofia e della spiritualità sono rimasti a lungo affascinati dai misteri della mente umana. Il nostro obiettivo è costruire una struttura panpsichista radicata nel concetto di Mente Sacra, offrendo una nuova prospettiva sull’interconnessione tra coscienza e universo. In modo di porre le basi per un avvenire in cui la Terra e il Cosmo vengano ritenuti scientificamente Sacri.
Su Freud e Nietzsche abbiamo detto in un articolo sul numero 498 del concetto di “Es denkt” (Ció pensa, al posto nostro). Più generalmente potremmo sviluppare la faccenda con i concetti rispettivi di Inconscio e Volontà di Potenza. Il concetto di mente inconscia di Freud è fortemente influenzato dalla volontà di potenza di Nietzsche, enfatizza le profondità nascoste ed eterogenee della mente umana. Freud ci ricorda che i nostri pensieri, desideri e paure sono guidati da forze inconsce. Cosí l’idea di Nietzsche della volontà di potenza presuppone che una spinta fondamentale istruisca tutte le forme di vita verso l’espressione di sé e l’autoaffermazione. Il concetto è più esplicito in termini biodinamici nella sinergetica di Haken, dove questo principio di autoaffermazione dell’individuo si traduce specularmente in “principio di asservimento delle sue parti”, come in una struttura frattale di Mandelbrot. Nella nostra struttura panpsichista, questa pulsione diventa una forza universale, un aspetto intrinseco della Mente Sacra, che modella costantemente il cosmo, ed eviene al fenomeno in singolari eruzioni ontologiche. Il Sein (Essere) ovunque si manifesta in Dasein (Essere unus hic et nunc), non solo come umano, – troppo antropocentrico – ma in tutte le forme esistenti, inclusa la pietra.
In questo contesto ci preme affrontare anche l’inconscio collettivo di Jung e i suoi modelli archetipici. Jung ha introdotto la nozione di inconscio collettivo, un serbatoio di simboli ed esperienze archetipe condivise dall’umanità. Dal nostro punto di vista questa formulazione va invertita e rielaborata, mettendo l’uovo prima della gallina. L’inconscio collettivo non è infatti una rete risultato di un assemblaggio di inconsci individuali ed archetipi cosmici, ma la sorgente, all’interno della Mente Sacra, da cui il pensiero assoluto si fa diffuso in determinazioni disparate. Questi archetipi fungono da modelli per la diversità della coscienza in tutto l’universo, tessendo un arazzo di esperienze e simboli condivisi dalle psychés individuali nella psyche cosmica. Parallelamente a Jung, il ‘900 è stato segnato dalla portata teoretica di un altro psicologo, Lacan. In Lacan l’ordine simbolico della Mente Sacra si esplicita nel concetto di Grand Autre (o ordine simbolico), che indica il potere del linguaggio e dei simboli che modellano la soggettività umana. Nella nostra prospettiva panpsichista, il Grand Autre si espande oltre il linguaggio umano per includere la comunicazione simbolica dell’intero universo. Esso è dietro la sua maschera di Alterità l’Identità Suprema, ovverossia la Mente Sacra stessa, e comunica attraverso il linguaggio dei simboli cosmici, guidando l’evoluzione della coscienza ad ogni livello dell’esistenza. Mettere da parte l’analitica delle differenze e produrre una sintesi organica di tutti questi concetti differenti sotto la voce di Mente Sacra, è una scelta anche di nobiltà originaria, un radicamento cronologico nel primordiale del pensiero ocvidentale, agli albori dei primissimi segnali della nascita di quello che infine si tramuterà nel pensiero “scientifico” moderno. Un pensiero “scientifico” niente affatto “sapienziale”, che ha perduto le sue origini per strada, e con esse una gnobilitas che lo corrobori e renda resiliente alla crisi epocale che sta attraversando. Non tutto è da buttare. Ripartendo dalle basi del presocratismo e del pitagorismo, possiamo recuperare ció che nella storia abbiamo tagliato via come erbacce estirpate dal nostro cammino. Erano erbe mediche, le sole che posdono darci una Cura (Die Sorge). La filosofia di Empedocle con la sua Catarsi ci apre le porte al nostro processo di purificazione delle anime e dei loro paradigmi arrugginiti. Empedocle presuppone che la Philia (Attrazione) e il Neikos (Repulsione) siano le forze cosmiche che governano la creazione e la distruzione dell’universo. Nella nostra visione, queste forze rappresentano le correnti emotive ed energetiche all’interno della Mente Sacra. L’amore unisce la coscienza, favorendo l’unità, mentre il conflitto guida la differenziazione e l’individualità. Si tratta di una dialettica imprescindibile, che in Eraclito prende il nome di Polemos ed origina tutte le cose. L’interazione di Amore e Conflitto, nella dualità proprio/altro, modella la narrazione in dispiegamento dell’universo. La Mente Sacra – per venire ad essere – deve differenziarsi da se stessa. Anche l’importanza della Diade pitagorica è più chiara adesso.
Un altro autore che puó aiutarci a modernizzare il vocabolario ed allargare la forza della nostra Teoria Pratica (o Nuova Istanza Etica) è certamente Whitehead. La filosofia del processo di Alfred North Whitehead enfatizza la natura dinamica della realtà, dove tutto è in uno stato di costante divenire. Nella nostra struttura panpsichista, la Mente Sacra è un processo di continua concrescenza, dove ogni momento di esperienza contribuisce all’arazzo in evoluzione della coscienza universale. La nozione di “prensione” di Whitehead diventa il modo della Mente Sacra di sperimentare e integrare tutti gli aspetti della realtà. La prensione riflette l’interconnessione e l’interdipendenza di tutto ciò che esiste nell’universo. Ogni entità, indipendentemente dalla sua complessità, è coinvolta in una rete infinita di relazioni e interazioni attraverso la prensione, una sorta di slancio vitale bergsoniano rivolto all’origine, alla Mente Sacra. Rappresenta un tentativo di superare la distinzione tradizionale tra soggetto e oggetto, ponendo l’accento sull’esperienza e sull’azione reciproca di tutte le cose nell’intero tessuto dell’esistenza. Consuma l’antropocentrismo e l’individualismo rendendo labili i confini tra agente e paziente, rivelando lacqualità emergente della reciprocità come un’entità terza, sintomo di una Mente Sacra, che per dirla con un’immagine foucaultiana, non è né dentro né fuori, ma – quantisticamente – è l’intrigo stesso.
Questa Mente Sacra incarna quindi la volontà universale e il genio divino, i modelli archetipici dell’inconscio collettivo, il linguaggio simbolico del Grand Autre e le forze cosmiche dell’Amore e del Conflitto. È in un costante stato di divenire, fondendo la miriade di esperienze dell’universo in un tutto armonioso e interconnesso. Questa prospettiva panpsichista ci invita a vedere l’universo non come un insieme di elementi disparati ma come un’entità sacra e senziente, una testimonianza della profonda unità di mente e materia, autopoiesi costante che si cela in sé per mostrarsi in altri.


[A. M. 29.09.2023, Marciana]

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