SULL’ABORTO

Immaginate scientificamente che la nostra identità sia dovuta a un codice numerico nel quale sono contenute tutte le informazioni necessarie a dar vita a un essere individuale. Questa stringa subquantica, più piccola della materia stessa, viaggiando attraverso dimensioni altre, a spaziotempo zero, si inietta – per cosí dire – in una particella che genera uno spermatozoo o un ovulo, uno dei quali a sua volta avrà bisogno di incontrare l’altro per essere attivato e dare il via ad una nuova esistenza.

Questa ad oggi ci sembra proprio la migliore spiegazione della vita. L’anima sarebbe un codice di istruzioni che provengono una dimensione extra-spaziotemporale come in una sorta di garbuglio dimensionale, qualcosa di vagamente simile ad un entanglement quantico.

Pensare a questa risposta parascientifica al senso della vita non fa che cortoborarne il valore. Immaginate ora di essere uno di questi esseri, che dopo questo viaggio extrafisico, vi trovate a dar forma a voi stessi dentro un ventre materno. Un giorno sentite – a livello interpsichico telepatico – che il vostro container (madre) vi vuole scaricare. Capite che vi stanno per uccidere e vi priveranno di un futuro sulla Terra, vi toglieranno l’opportunità di venire quanto meno alla luce.

Ecco, questo per noi è l’aborto, e la spiegazione scientifica del perché l’aborto è un omicidio bell’e buono.

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